Iclusig a base di Ponatinib nel trattamento della leucemia mieloide cronica nelle sue diverse fasi e nella leucemia linfoblastica acuta Ph+


Iclusig è un medicinale per la cura dei tumori che contiene il principio attivo Ponatinib. È utilizzato per il trattamento degli adulti affetti dalle seguenti tipologie di leucemia: leucemia mieloide cronica ( LMC ) nelle sue diverse fasi: cronica, accelerata e blastica; leucemia linfoblastica acuta ( LLA ) nei pazienti con cromosoma Philadelphia positivo ( Ph+ ).

L’espressione Ph+ significa che alcuni geni dei pazienti si sono riorganizzati a formare uno speciale cromosoma, detto per l’appunto cromosoma Philadelphia, che determina lo sviluppo della leucemia.
Il cromosoma Philadelphia si trova in alcuni pazienti con leucemia linfoblastica acuta ed è presente nella maggior parte dei pazienti con leucemia mieloide cronica.
Iclusig trova impiego nei pazienti che non possono tollerare o che non rispondono a Dasatinib o a Nilotinib, che sono altri medicinali antitumorali della stessa classe, e nei quali un successivo trattamento con Imatinib non è considerato appropriato.
Iclusig è anche utilizzato nei pazienti con una mutazione genetica detta mutazione T315I, che li rende resistenti al trattamento con Imatinib, Dasatinib o Nilotinib.
Queste malattie sono rare e Iclusig è stato definito come medicinale orfano ( medicinale utilizzato nelle malattie rare ) il 2 febbraio 2010.

Iclusig è disponibile in compresse ( 15 mg, 30 mg e 45 mg ). La dose iniziale raccomandata è 45 mg una volta al giorno. Il trattamento è somministrato fino a quando il paziente ne trae un beneficio terapeutico.
Se un paziente manifesta determinati effetti indesiderati gravi, il medico può decidere di ridurre le dosi successive, di rinviare o di interrompere il trattamento.
Il medico deve considerare la possibilità di interrompere il trattamento se il livello di globuli bianchi nel sangue non torna alla normalità entro 3 mesi.

Iclusig può comportare coaguli o blocchi nelle arterie e nelle vene: i medici devono tenere conto della condizione cardiaca e circolatoria dei pazienti prima di avviare il trattamento e durante lo stesso.

I pazienti devono essere curati in maniera appropriata nel caso in cui sorgano problemi. Se il paziente lamenta alcuni effetti indesiderati può rendersi necessario ridurre la dose o sospenderne la somministrazione; se si sviluppa un blocco in un’arteria o in una vena è necessario interrompere immediatamente la terapia.

Il principio attivo contenuto in Iclusig, Ponatinib, appartiene a una classe di medicinali denominati inibitori della tirosin-chinasi. Questi composti agiscono inibendo alcuni enzimi noti come tirosinchinasi. Ponatinib agisce bloccando una tirosin-chinasi denominata Bcr-Abl. Questo enzima si trova sulla superficie delle cellule leucemiche, dove concorre a stimolare le cellule a dividersi in maniera incontrollata. Bloccando Bcr-Abl, Ponatinib aiuta a controllare la crescita e la diffusione delle cellule leucemiche.

Iclusig è stato esaminato nell’ambito di uno studio principale cui hanno partecipato 449 pazienti con leucemia mieloide cronica o leucemia linfoblastica acuta Ph+ che erano intolleranti o resistenti al trattamento con Dasatinib o Nilotinib, o che presentavano la mutazione T315I.
Nel corso dello studio, Iclusig non è stato confrontato con un altro trattamento.
La risposta al trattamento è stata valutata misurando la percentuale di pazienti che hanno presentato una risposta ematologica importante ( quando il numero di globuli bianchi ritorna alla normalità o quando non c’è segno di leucemia ) o una risposta citogenetica importante ( quando la percentuale di globuli bianchi contenenti il cromosoma Philadelphia scende al di sotto del 35% ).
Dai risultati dello studio è emerso che la terapia con Iclusig ha determinato risposte clinicamente rilevanti in tutti i gruppi di pazienti:

a) tra i pazienti con LMC in fase cronica, circa il 54% ( 144 su 267 ) ha avuto una risposta citogenetica importante;

b) tra i pazienti con LMC in fase accelerata, circa il 58% ( 48 su 83 ) ha avuto una risposta ematologica importante;

c) tra i pazienti con LMC in fase blastica, circa il 31% ( 19 su 62 ) ha avuto una risposta ematologica importante;

d) tra i pazienti con LLA Ph+ in fase accelerata, circa il 41% ( 13 su 32 ) ha avuto una risposta ematologica importante.

Gli effetti indesiderati più comuni di Iclusig ( che possono riguardare più di 2 persone su 100 ) sono polmonite, pancreatite, piressia ( febbre ), dolore addominale, infarto del miocardio, fibrillazione atriale, malattia occlusiva arteriosa periferica, anemia, angina pectoris, diminuzione dei livelli ematici di piastrine, neutropenia febbrile ( bassa conta di globuli bianchi con febbre ), ipertensione, malattie coronariche, insufficienza cardiaca, incidente cerebrovascolare ( ictus ), sepsi, cellulite ( infiammazione del tessuto cutaneo profondo ), lesioni traumatiche renali acute, infezione del tratto urinario e un aumento dei livelli di lipasi, un enzima.

Nel 25% dei pazienti si sono verificate reazioni avverse di occlusione arteriosa ( coaguli o ostruzioni delle arterie), mentre nel 20% dei pazienti si sono verificate reazioni avverse gravi.
Nel 5% dei pazienti si sono verificate reazioni avverse di occlusione venosa ( coaguli o ostruzioni delle vene ).
Reazioni tromboemboliche venose ( coaguli di sangue nelle vene ) si sono verificate nel 6% dei pazienti.

L’Agenzia europea per i medicinali, EMA, ha deciso che i benefici di Iclusig sono superiori ai rischi.
Iclusig si è dimostrato efficace nei pazienti con leucemia mieloide cronica o leucemia linfoblastica acuta Ph+ per i quali erano disponibili scarse opzioni terapeutiche.
In merito alla sicurezza, gli effetti indesiderati rilevati con Iclusig erano in gran parte simili a quelli di altri inibitori della tirosin-chinasi e perlopiù gestibili con una riduzione della dose o un rinvio della somministrazione della stessa dose.
Il rischio di problemi ( compresi infarto miocardico e ictus ) derivanti da coaguli di sangue o blocchi nelle arterie o nelle vene può essere ridotto verificando e trattando le condizioni concomitanti, come l’elevata pressione sanguigna e l’aumento del colesterolo sia prima sia durante il trattamento.

La Società produttrice condurrà uno studio finalizzato a determinare la migliore dose iniziale di Iclusig e a valutare la sicurezza e l’efficacia di Iclusig a seguito della riduzione della dose in pazienti con leucemia mieloide cronica in fase cronica che abbiano ottenuto una risposta citogenetica importante. ( Xagena2018 )

Fonte: EMA, 2018

Emo2018 Onco2018 Farma2018


Indietro

Altri articoli

Enasidenib ( Idhifa) è un inibitore dell'isocitrato deidrogenasi 2 ( IDH2 ) approvato per il trattamento dei pazienti con leucemia...


L'insufficienza molecolare nella leucemia mieloide acuta ( AML ) con mutazione NPM1 progredisce inevitabilmente fino a una recidiva franca se...


La Commissione Europea ( CE ) ha approvato Inaqovi ( Decitabina e Cedazuridina, per via orale ) come monoterapia per...


Pivekimab sunirine è un coniugato anticorpo-farmaco di prima classe comprendente un anticorpo CD123 ad alta affinità, un linker scindibile e...



CD123, una subunità del recettore dell'interleuchina-3 ( IL-3 ), è espresso in circa l'80% delle leucemie mieloidi acute ( AML...


Il regime di condizionamento con Busulfan più Fludarabina ( BuFlu ) ha una mortalità correlata al trapianto ( TRM )...


Olutasidenib ( FT-2102; Rezlidhia ) è un inibitore potente, selettivo, orale, in piccole molecole, dell'isocitrato deidrogenasi 1 mutante ( IDH1...


Il danno al microbiota intestinale nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule ematopoietiche ( HCT ) e nei pazienti...


Uno studio di fase 3 in aperto, multicentrico, randomizzato ha dimostrato che il mantenimento con Sorafenib ( Nexavar ) dopo...